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news Contributi & Commenti

  • 24 Luglio 2025
  • Contributi & Commenti
  • Ottavio Saia Ottavio Saia

Raccolta RAEE insufficiente: si prepara la "RAEE TAX"

Il 16 luglio 2025 la Commissione Europea ha presentato la proposta COM(2025) 574 final, relativa a una nuova Decisione del Consiglio sul sistema delle risorse proprie dell’Unione Europea. L’iniziativa punta a riformare in profondità il meccanismo di finanziamento del bilancio europeo, con tre obiettivi principali:
- garantire la sostenibilità economica dell’UE,
- ridurre la dipendenza dai contributi nazionali basati sul Reddito Nazionale Lordo (RNL),
- coprire in modo più stabile e autonomo i costi della strategia NextGenerationEU.

Tra i principi guida della proposta figurano il sostegno alle priorità strategiche dell’Unione — competitività, difesa, transizioni verde e digitale, capacità di risposta alle crisi — e la volontà di alleggerire la pressione sui bilanci degli Stati membri attraverso l’introduzione di nuove fonti di entrate proprie.

Una delle misure più significative e discusse riguarda i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche): la Commissione propone infatti l’introduzione di una tassa di 2 euro al chilogrammo sui RAEE non raccolti. L'importo sarebbe addebitato annualmente a ciascun Stato membro, in base alla differenza tra le quantità immesse sul mercato e quelle effettivamente raccolte in modo differenziato per il riciclo.

Secondo la normativa europea vigente (Direttiva 2012/19/UE), ogni Paese deve raccogliere almeno il 65% dei RAEE — calcolato come media del venduto nei tre anni precedenti. Tuttavia, l’Italia mantiene il passo (si fa per dire) a circa il 30%, meno della metà dell’obiettivo, con un gap che, se non colmato, potrebbe tradursi in una sanzione molto salata che andrebbe ribaltata sui produttori/importatori e quindi sul mercato.

La responsabilità della raccolta RAEE, in particolare nel settore domestico che rappresenta il più critico in termini di obiettivi, ricade sui produttori e importatori di apparecchiature, riuniti nei Consorzi e coordinati a livello nazionale dal Centro di Coordinamento RAEE. Nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi anni, i risultati restano del tutto insufficienti e l'Italia rischia di sfiorare sanzioni, sotto forma di tassa, che sfiorerebbero i due miliardi di euro l'anno.

Il problema principale? Una strategia leggera. Si è fatto affidamento su soluzioni economicamente meno impattanti  — come l’uso della rete retail per il conferimento — trascurando invece approcci strutturali già collaudati in altre filiere, come la raccolta di prossimità sopratutto per i RAEE più piccoli del raggruppamento 4. Proprio questa modalità, applicata con successo a materiali come carta, vetro e plastica, potrebbe rappresentare una svolta anche per i RAEE  rappresentati da piccoli elettrodomestici, se estesa alla raccolta stradale e al porta a porta.

Naturalmente, questo comporta investimenti più consistenti da parte dei produttori ed importatori, che finanziano il sistema di raccolta attraverso i cosiddetti sistemi collettivi, che sarebbero costretti a trasferire una quota dei ricavi alla remunerazione di Comuni e aziende di igiene urbana. Ma è anche vero che l’alternativa è pagare domani una tassa salata: 2 euro per ogni chilo di RAEE non intercettato.

Un risultato la proposta della Commissione l’ha già ottenuto: ha risvegliato il sistema dal torpore. Ora spetta agli attori coinvolti — imprese, istituzioni, consorzi ed enti locali — decidere se continuare a rincorrere le emergenze o anticiparle con politiche industriali e ambientali di livello, lungimiranti e all’altezza delle ambizioni europee.


Link AL DOCUMENTO UFFICIALE

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