Rapporti 2005 anno 2003 ISPRA: raccolta RAEE in calo e sistema sotto stress
Nel 2025 ISRPA presenta il Rapporto Rifiuti Speciali, offrendo solo ora un’analisi dei dati del 2023, con un ritardo che ne riduce l’efficacia come strumento di monitoraggio ed intervento.
Concentrandosi sul sistema nazionale di gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ha mostrato segni evidenti di affaticamento. I dati contenuti nel Rapporto ISPRA Rifiuti Speciali 2025 fotografano un settore in rallentamento, con una raccolta in calo del 7,7% rispetto all’anno precedente. Ma il vero allarme va oltre i numeri: riguarda le debolezze strutturali del sistema, in particolare la mancanza di controlli efficaci e un modello di raccolta ancora troppo fragile.
Nel 2023 sono state gestite 378.438 tonnellate di RAEE tramite i Sistemi Collettivi. Il dato non solo è in diminuzione, ma evidenzia una tendenza preoccupante: il conferimento dei rifiuti elettronici fatica a raggiungere i canali ufficiali, nonostante l’esistenza dell’obbligo “uno contro uno” (restituzione gratuita del vecchio apparecchio all’acquisto del nuovo). Le percentuali parlano chiaro: R1 (freddo e clima): -13,8% R2 (grandi elettrodomestici): -9,3% R5 (sorgenti luminose): -14,3%
Solo la categoria R4 (piccoli RAEE) segna un insignificante +1,3%, insufficiente a compensare il trend negativo generale.
Una delle criticità più gravi messe in luce dal rapporto riguarda la mancanza di un sistema efficace di controllo sui flussi di RAEE. Nonostante la rete nazionale sia formalmente strutturata, la presenza di flussi paralleli non tracciati rappresenta una falla enorme. Questi flussi finiscono nei canali dell’illegalità o vengono gestiti in modo improprio, fuori dai circuiti autorizzati. La situazione è resa ancora più grave dalla scarsa attività ispettiva nei confronti di operatori e soggetti che operano al margine o al di fuori della normativa. In pratica: il monitoraggio è insufficiente, le sanzioni sono rare o inefficaci, manca una cabina di regia istituzionale che coordini i controlli in maniera sistemica.
Il risultato è che una quota significativa di RAEE sfugge completamente al sistema ufficiale, con gravi danni per l’ambiente, per la sicurezza e per il raggiungimento degli obiettivi europei di economia circolare.
Il secondo punto critico riguarda la modalità di raccolta. Il sistema è ancora troppo sbilanciato sul conferimento volontario da parte dei cittadini. Questo comporta diversi problemi: bassa intercettazione dei rifiuti in ambito, forte dipendenza dalla sensibilità individuale, assenza di incentivi reali al conferimento corretto.
Raccolta di prossimità per i più piccoli (RAEE) inesistente. Le modalità non garantiscono una copertura uniforme del territorio e penalizzano in particolare le aree periferiche, del sud, isole e i piccoli centri. Inoltre, manca un’adeguata campagna nazionale di educazione ambientale, capace di rendere consapevole il cittadino sull’importanza del corretto smaltimento dei RAEE.
In aggiunta, le raccolte presso i punti vendita sono sottoutilizzate, e l’opzione del “uno contro zero” (conferimento nei grandi negozi senza obbligo di acquisto) è ancora poco conosciuta o applicata in modo discontinuo.
Il sistema RAEE italiano non è da rifondare, ma sicuramente da rafforzare. I dati di raccolta, seppur preoccupanti, sono solo la punta dell’iceberg. Le debolezze strutturali nei controlli e nella tipologia di raccolta rappresentano una sfida urgente per chi si occupa di rifiuti elettronici in Italia.
Senza una strategia di controllo più incisiva e un modello di raccolta più accessibile, incentivante e capillare, sarà difficile rispettare gli obiettivi ambientali previsti dall’Unione Europea e garantire una gestione efficace di una delle frazioni di rifiuti più delicate e impattanti della nostra epoca digitale.
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